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lunedì 5 ottobre 2009

Yes We Can? Non credo proprio. Nobel Prize: for what?




Pochi mesi fa il mondo intero seguiva con entusiasmo l'elezione presidenziale americana, finalmente i democratici tornavano a governare, e per la prima volta nella storia, la casa bianca ospitava un presidente nero.

Si parlava di cambiamento, di crisi economica, di uguaglianza sociale, riforma sanitaria, diritti dei gay, depenalizzazione delle droghe, e ritiro delle truppe americane, solo per citare alcuni obbiettivi di Obama.

Non vivendo negli USA, tutti i suoi bei discorsi ci illuminavano gli occhi, ma dopo quasi un anno cosa è cambiato nel mondo?
Nulla potrei affermare, il mondo sta uscendo molto lentamente dalla crisi economica creata dagli Stati Uniti, e non certo grazie alle misure prese dai governi, ma dalla miseria e povertà che milioni di abitanti del pianeta si sono trovati ad affrontare, e grazie ai milioni di posti di lavoro persi. Grazie ai drammi gli stati stanno tornando in piedi, praticamente i cittadini hanno dovuto pagare sulla propria pelle i mal governi e le lobby internazionali.

Ma la cosa più grave a livello internazionale, è il loro perseverare in guerre dirette e indirette che attuano in mezzo mondo alla caccia di risorse da depredare.
Stanno per quadruplicare le forze militari in Afghanistan, c'è chi ritiene che sia giusto e chi no, non voglio dare un giudizio personale, visto che da pacifista sarebbe scontato e forse neanche giusto, ma su un punto non si può restare in silenzio, pochi mesi fa si sono svolte in Afghanistan le tanto sbandierate prime elezioni democratiche.

Mi viene da ridere, forse ormai nei paesi ricchi la parola democrazia non vuol dire più nulla, visto che dai documenti e dai controlli che fino ad ora sono stati effettuati, si capisce che queste prime sbandierate elezioni sono state soltanto una farsa.
Tutti ne sono a conoscenza a partire dagli Usa, passando per la Nato, finendo per l'ONU definita dagli esperti colei che a gestito i brogli elettorali.

Ci verrebbe da dire il solito ONU, che come avviene da sempre nella sua storia, gestisce le nazioni in cui opera, come un proprio feudo personale, e sta confermando per l'ennesima volta il suo spirito criminale.
Risultano un milione e mezzo di voti irregolari, un numero folle per qualsiasi paese del mondo figuratevi per una nazione dove per la prima volta si sarebbero dovute svolgere elezioni democratiche.
Invece le forze di occupazione hanno deciso di scegliere al posto degli elettori, il capo del governo, eleggendo e quindi confermando la carica di Hamid Karzai, che potremmo definire la marionetta degli Usa.

Ma la cosa più vergognosa, è che tutti coloro che si sono recati a votare, hanno rischiato la vita per farlo, alcuni sono stai uccisi, e molti di loro sono stati mutilati dai Talebani, e tutto questo perché volevano credere alla democrazia, mentre si sono resi conto quanto siano ospiti nel loro paese di origine.
Tanto morti tra soldati e civili, per gestire una farsa internazionale, no questo è veramente troppo, non dimenticando la fame e la miseria che l'Afghanistan vive ogni giorno, e dei traffici internazionale di droga, gestiti da molti occidentali senza scrupoli.

Il riconteggio dei voti è iniziato, se mai si dovesse andare ai ballottaggi si rivoterebbe in primavera, e sarebbe meglio che così avvenga, altrimenti é inutile condannare il regime Iraniano, e poi noi occidentali ci comportiamo cento volte più schifosamente, visto che andiamo a casa degli altri a creare illegalità.

Adoro Obama come uomo, e credo che possa essere l'unica speranza per i cambiamenti globali, soprattutto a livello sociale, ma penso che assegnargli il premio nobel sia esagerato, e sinceramente non credo che nemmeno lui sia realmente felice, poiché le sue responsabilità da un giorno all'altro sono raddoppiate e negli Usa è difficile governare senza ascoltare i pareri delle lobby che gestiscono l'economia.

Ma tutti noi come al solito non possiamo far altro che sperare che questo cambiamento posso essere reale e che le parole di Obama si trasformino in fatti concreti, perché la giustizia sociale, sta cominciando a scarseggiare anche nei paesi ricchi.